Fiducia o sfiducia? Settembre 28, 2017 – Pubblicato in: Psicologia della vita quotidiana

Molte persone mi chiedono se la fiducia in qualcuno è qualcosa che va coltivata o è naturalmente data dall’istinto.

Giovanna crede fermamente che la fiducia provata in una persona sulla base dell’impressione iniziale, è quella che conterà anche dopo. Non è mai riuscita a creare una relazione di fiducia nel tempo con chi ha sentito distante o con coloro con cui ha provato diffidenza nei primi momenti di conversazione.

Cosa ne pensate? Anche voi come Giovanna vi fidate della prima impressione per…potervi fidare?

Fiducia Gabriella Manno

Premetto che la fiducia possiamo concettualizzarla come la disposizione personale a credere in qualcuno sulla base di aspetti emotivi e razionali provenienti dal nostro interno. A differenza della “fede” che ha un carattere di assolutezza e può essere caratterizzata da una relazione che non considera l’esame di realtà e può addirittura essere il prodotto di una proiezione onnipotente, la “fiducia” avviene fra persone reali e tiene conto di una esperienza del percepito e del sentito.

Avviene quindi all’interno di un’interazione. Anzi posso affermare con certezza che la fiducia diventa necessaria nelle relazioni umane in cui vi è uno scambio emozionale.

Ritornando a Giovanna direi che ogni persona, in base al suo background culturale ed esperienziale, può fidarsi di qualcuno tenendo conto di più e diversi elementi.

C’è chi ha imparato dalla vita a fidarsi del proprio istinto e chi, invece, preferisce prendere inizialmente le distanze e poi attraverso la conoscenza dell’altro assimilare “prove” a sostegno della sua autenticità.

C’è anche chi, provando un sentimento positivo nei confronti di qualcuno, fa in modo di coltivare comportamenti di reciproca condivisione ed arricchire così il vissuto emotivo di entrambi.

La fiducia però non è qualcosa di statico, non è che una volta conquistata rimane lì per sempre. Essa presuppone una costante sintonizzazione sia razionale che affettiva.

Questo vuol dire che le mie aspettative di fiducia o sfiducia in una relazione, possono influire con quello che accadrà dopo.

Sappiamo infatti che il sentire e i pensieri influenzano come ci si pone di fronte all’altro, come si interagisce e come si interpreta il comportamento altrui. Ecco perché è sempre importante la consapevolezza, l’affidarsi non cieco a se stessi ma cosciente, stare nel qui e ora della relazione e fare spontaneamente fluire il sentire. In tal modo e se tale processo è reciproco, si crea un’opportunità sintonica in cui la fiducia può crescere e svilupparsi.

Oppure fidandosi di se stessi… andare oltre!

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